Accanto alle misure per aziende e liberi professionisti, il Decreto Legge “Cura Italia” ha previsto uno stanziamento di oltre 10 miliardi di euro per garantire la tenuta dell’occupazione e dei redditi. In particolare, è stato potenziato tutto l’impianto degli ammortizzatori sociali, a partire dall’introduzione della cassa di integrazione in deroga per tutte le attività con meno di 6 dipendenti, su tutto il territorio nazionale e per ogni settore produttivo.
Oltre a questo, il Governo ha prestato un’attenzione particolare ai lavoratori autonomi e atipici, che non hanno solitamente accesso agli ammortizzatori sociali. Si è intervenuti, nel caso di lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione in deroga, con uno speciale sostegno al reddito.
Come funziona la nuova Cassa Integrazione in Deroga
Le misure per la Cassa Integrazione in Deroga COVID-19 vanno ad inserirsi nel decreto legislativo n.18 del 17 marzo 2020 “Cura Italia”. Si prevede, come detto, come dal 1 aprile 2020 possano fare domanda per la CIGD anche le aziende con meno di 6 dipendenti, grazie ad una convenzione tra imprese e sindacati, associazioni bancarie e ministero del lavoro. Da tale convenzione emerge come siano gli stessi istituti di credito ad anticipare la CIGD e come l’operazione sia a costo zero per i lavoratori.
Le nuove misure messe in atto assicurano, quindi, l’assenza di interessi e costi a gravare sui lavoratori e con il Decreto Liquidità dell’8 aprile la Cassa Integrazione Ordinaria e in Deroga si applica anche ai lavoratori assunti tra febbraio e marzo 2020. Inoltre, in merito alla retribuzione spettante al lavoratore, questi percepirà un’indennità pari all’80% della retribuzione, inclusi i ratei per le mensilità aggiuntive. In ogni caso, tuttavia, l’importo non può eccedere un massimo mensile stabilito con cadenza annuale.
Chi può beneficiare della cassa integrazione in deroga
La cassa integrazione in deroga ha visto uno stanziamento complessivo di 4 miliardi di euro ed è estesa all’intero territorio nazionale, per tutti i dipendenti di tutti i settori produttivi. Possono accedere a questo sostegno e per la durata massima di 9 settimane tutte le aziende con meno di 5 dipendenti che hanno sospeso o ridotto l’attività a seguito dell’emergenza COVID-19, semplicemente indicando come causale “Covid-19”. Si tratta, inoltre, di una possibilità di cui possono usufruire anche le aziende che stanno già beneficiando della cassa integrazione straordinaria e si dispone anche l’esenzione dall’imposta di bollo per le domande presentate dai datori di lavoro.
Oltre a questo, il Fondo Integrazione Salariale normalmente rivolto alle aziende da 5 a 50 dipendenti è messo a disposizione anche delle aziende tra i 5 e i 15 dipendenti, che potranno prendere l’assegno ordinario in deroga.
A tal proposito, l’ABI ha siglato una convenzione con l’INPS e le organizzazioni sindacali per permettere ai lavoratori che l’emergenza Covid-19 ha fatto restare a casa di poter ricevere un anticipo della cassa integrazione ordinaria e in deroga pari a 1.400 euro. Per ottenere l’agevolazione non è più richiesto l’invio di modelli cartacei validati in banca o negli uffici postali per certificare l’IBAN, ma la procedura e la validità del codice identificativo sarà verificata da sistemi informatici.
Identità digitale e sospensione dei licenziamenti
Per permettere ad imprenditori ed aziende di accedere alla cassa integrazione in deroga viene facilitato l’ottenimento dell’identità digitale o PIN Inps, che permette di inviare e acquisire in modo telematico gli elementi necessari a verificare la posizione di chi fa richiesta della cassa integrazione.
Oltre a questo sono sospese le procedure per il licenziamento avviate dopo il 23 febbraio 2020 per i due mesi successivi alla data di entrata in vigore del decreto. Diventa, così, impossibile per il datore di lavoro recedere dal contratto, anche in presenza di giustificato motivo come il licenziamento per motivi.
Cassa integrazione in deroga e modalità di pagamento
Nel messaggio n. 2066 del 19 maggio 2020 l’INPS ha indicato come possono procedere alla richiesta di Cassa Integrazione in Deroga le aziende che si trovano in difficoltà economica e ha rilasciato tutte le informazioni per accedere agli ammortizzatori sociali con causale COVID-19.
Nel dettaglio, in caso di difficoltà finanziarie, l’azienda che ha avuto accesso alla CIGO può richiederne il pagamento diretto all’INPS dimostrando di possedere i requisiti di cui alla circolare n. 197 del 2015. La Cassa Integrazione in deroga con causale COVID-19 prevede, invece, alcune novità introdotte con il DL Cura Italia e, in particolare, il fatto che il pagamento possa essere richiesto anche senza fornire documentazione all’INPS sullo stato di difficoltà dell’azienda.
Come riporta il messaggio n.2066 del 2020, la richiesta di accesso alla CIGO può avvenire “se le condizioni che danno titolo a detta richiesta si manifestino dopo la presentazione della domanda”.
Se la richiesta di pagamento avviene dopo la domanda di concessione dell’integrazione salariale si hanno due diverse situazioni:
- l’azienda non ha ancora effettuato conguagli e l’INPS annullerà l’autorizzazione ordinaria per emetterne una nuova per l’intero periodo di cassa integrazione;
- l’azienda ha già effettuato dei conguagli e l’INPS decurterà le ore richieste a pagamento diretto emettendo una nuova autorizzazione. In questo caso l’azienda presenterà all’INPS una nuova domanda che riguarda solo ore e periodo per cui si richiede il pagamento diretto.
Alcuni dati sulla cassa integrazione all’11 maggio 2020
Ad oggi, i potenziali beneficiari della Cassa integrazione in deroga sono circa 7,2 milioni per un totale di circa 921mila domande di aziende. Si tratta, teniamo a precisarlo, di domande di prenotazione di risorse e non di effettiva utilizzazione del sostegno e diventeranno vere e proprie richieste di cassa integrazione in deroga solo con invio del modello sr41 (se a pagamento diretto) o con denuncia in UNIEMENS (se a conguaglio). L’azienda sarà tenuta a comunicare nel mese successivo alla sospensione la durata della cassa integrazione e l’IBAN dei lavoratori.
Per dare un’idea dell’importanza di tale sostegno, ad oggi l’INPS ha già ricevuto 415mila sr41 e 246mila sono già stati pagati, per un totale di circa 779mila lavoratori. Le aziende, invece, hanno già anticipato 3,8 milioni con conguaglio INPS e sono già in corso di pagamento. (fonte: portale INPS)
In conclusione, consigliamo a tutte le aziende di rivolgersi al commercialista di fiducia e ricordiamo che noi di Studio Snaidero siamo al fianco dei nostri clienti per tutta la parte burocratica, amministrativa e di pianificazione fiscale e previdenziale.