L’Intelligenza Artificiale (AI) sta rivoluzionando il mondo dell’informatica e del business, offrendo soluzioni avanzate e innovative in molti campi.
Ma cosa si intende esattamente con questo termine? Si tratta di sistemi progettati dall’uomo, sotto forma di software o hardware, che agiscono nella dimensione fisica o digitale e che, dati degli obiettivi complessi, possono percepire il proprio ambiente attraverso l’acquisizione di dati, interpretarli e ragionare sulla conoscenza o elaborare le informazioni derivate, decidendo le migliori azioni da intraprendere per raggiungere l’obiettivo dato. Gli algoritmi di AI possono usare regole logiche o apprendere un modello numerico, e possono anche adattare il loro comportamento analizzando gli effetti che le loro azioni precedenti hanno avuto sull’ambiente.
Anche in Italia, l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale sta crescendo rapidamente. Nel 2022, il mercato dell’Intelligenza Artificiale ha registrato una crescita del 32%, per un valore di 500 milioni di euro.
Secondo una ricerca del Politecnico di Milano, oltre il 60% delle grandi aziende italiane ha già avviato almeno un progetto di AI. A spingere l’avvio delle iniziative sono principalmente i driver interni, come il personale con competenze sul tema e le specifiche esigenze di business. Tra le piccole e medie imprese (PMI), invece, la percentuale si attesta al 15%, e la proposta proviene dai fornitori tecnologici e dalle specifiche richieste del cliente da soddisfare.
L’Osservatorio “L’Intelligenza Artificiale: l’era dell’implementazione”, considerando il posizionamento delle aziende monitorate rispetto al modello scientifico adottato per la ricerca, ha potuto individuare cinque diversi profili di maturità nel percorso di adozione dell’AI nelle grandi organizzazioni italiane. Emerge che il 34% delle grandi aziende si trova nell’era dell’implementazione, ossia dispone delle risorse tecnologiche e delle competenze necessarie per sviluppare e portare in produzione le iniziative di AI. Questo 34% si compone di due diversi livelli di maturità:
- Gli Avanguardisti (9%), che gestiscono correttamente l’intera catena del valore dei progetti di AI
- Gli Apprendisti (25%), che hanno numerosi progetti a regime diffusi nelle proprie imprese e iniziano a ragionare sui potenziali rischi etici delle soluzioni di AI.
Nel restante 66% vi sono invece situazioni eterogenee, che vanno dalle organizzazioni già dotate di strutture e tecnologia abilitante a aziende che non percepiscono il tema come rilevante.