Il concetto di fringe benefit è legato ai compensi non monetari forniti ai dipendenti o a un gruppo di essi, senza che ciò sia obbligatorio secondo le leggi vigenti. Questi vantaggi possono assumere una natura incentivante, essendo considerati strumenti di valorizzazione della performance dei lavoratori e dei collaboratori.

I fringe benefits sono compensi in forma non monetaria, seguono i principi in tema di retribuzione, come la possibilità di considerarli ai fini del calcolo di istituti retributivi indiretti o differiti. Il datore di lavoro è obbligato a non eliminare questi compensi, a meno che non ci sia una rinuncia del lavoratore, nel caso in cui si applichi il principio dell’irriducibilità.

Diversamente, il welfare aziendale consiste nell’insieme di benefici e prestazioni non retributive forniti ai dipendenti per integrare la componente monetaria della retribuzione. Questi vantaggi mirano a sostenere il reddito e migliorare la vita privata e lavorativa dei dipendenti, aiutando la conciliazione tra vita e lavoro.

I fringe benefits possono essere riconosciuti al singolo lavoratore, mentre il welfare aziendale per beneficiare delle agevolazioni fiscali e previdenziali deve essere esteso alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee di essi.

La fonte istitutiva dei fringe benefits è un accordo tra datore di lavoro e lavoratore, mentre il welfare aziendale viene istituito e regolamentato tramite accordi, contratti, o regolamenti interni.

Per quanto riguarda l’imponibilità fiscale, il valore dei beni e dei servizi forniti come fringe benefits non concorre a formare il reddito del lavoratore se non supera complessivamente 258,23 euro nel periodo d’imposta. Tuttavia, se supera tale limite, tutto l’importo concorre a formare il reddito imponibile.

Per il periodo d’imposta 2023, è stata introdotta una deroga secondo cui i beni e i servizi ceduti ai lavoratori dipendenti con figli a carico, entro un limite complessivo di 3.000 euro, non concorrono a formare il reddito. Lo stesso vale per le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. I datori di lavoro devono informare preventivamente le rappresentanze sindacali unitarie, se presenti, per poter applicare questa misura.

Tale novità rappresenta un incentivo per le aziende che hanno adottato piani di welfare aziendale basati sulla conversione dei premi di risultato, permettendo di premiare i dipendenti senza gravare sul reddito imponibile. Si tratta di una misura da accogliere con favore, poiché può rivelarsi un potente strumento per valorizzare i dipendenti e migliorare il benessere in azienda.

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