La recente proposta in Finanziaria ha sollevato un importante punto per le imprese: la necessità di riallineare i valori delle rimanenze di magazzino. Questa modifica, ancora in fase di definizione, potrebbe portare notevoli vantaggi, ma dovrebbe essere ampliata per affrontare le sfide che le aziende spesso incontrano nel gestire le loro rimanenze.
L’obiettivo principale è consentire alle imprese di regolarizzare le differenze tra le rimanenze di magazzino contabili e quelle fisiche. Questo processo mira a rendere il bilancio delle aziende più trasparente e a patrimonializzarlo tramite il versamento di un’adeguata imposta sostitutiva.
L’articolo 39 del Dpr 600/1973 già prevede che le scritture ausiliarie di magazzino non siano considerate irregolari se gli errori e le omissioni rientrano nei limiti di tolleranza delle quantità annotate nel carico e nello scarico, nonché dei costi specifici imputati nelle schede di lavorazione. Ciò implica che alcune discrepanze sono normali e accettabili.
Tuttavia, potrebbero sorgere problemi per le imprese in situazioni particolari, ad esempio, se le rimanenze in bilancio sono state sopravvalutate (imprese in perdita) o sottovalutate in modo significativo (imprese in utile). Poiché l’obiettivo principale è aumentare la trasparenza del bilancio aziendale, questa proposta dovrebbe essere estesa al riallineamento dei valori delle rimanenze ai valori correnti nel caso di valutazione con il metodo Lifo.
Il costo delle rimanenze di magazzino può essere valutato secondo diversi metodi, tra cui il costo d’acquisto, il metodo Fifo (primo entrato, primo uscito), il metodo Lifo (ultimo entrato, primo uscito) e il costo medio ponderato. La scelta del metodo dipende dalle caratteristiche dei beni.
Mentre il costo specifico è obbligatorio per i beni non fungibili, i beni fungibili possono essere valutati con i metodi alternativi. Se il valore ottenuto differisce notevolmente dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, questa differenza deve essere indicata nella nota integrativa, che è parte del bilancio.
In pratica, questo significa che le rimanenze a valori correnti, che generalmente dovrebbero corrispondere alla valutazione ai costi medi, sono già evidenziate nel bilancio, nella nota integrativa. L’idea è quella di spostare questa informazione dal bilancio alla nota integrativa, senza impattare sul conto economico.
Un’altra importante considerazione riguarda il metodo Lifo. Questo metodo, basato sul concetto di “ultimo entrato, primo uscito”, non è più in linea con i moderni principi di redazione del bilancio. Pertanto, molte imprese stanno cercando di abbandonarlo per esporre nello stato patrimoniale le rimanenze a valori più realistici. Questo avrebbe l’effetto di semplificare le procedure di valutazione e aumentare la trasparenza del bilancio.
In conclusione, la gestione delle rimanenze di magazzino è un aspetto fondamentale della contabilità per le imprese. La proposta in Finanziaria per riallineare i valori delle rimanenze è un passo nella giusta direzione per migliorare la trasparenza e l’accuratezza dei bilanci aziendali. È importante che le aziende e i commercialisti si preparino per queste modifiche, garantendo che i loro inventari di magazzino siano quanto più aggiornati e veritieri possibile. In questo modo, saranno in grado di adattarsi alle nuove regole contabili e ottenere benefici a lungo termine per le loro attività.